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La coltivazione della cannabis spesso appare come una pratica dispendiosa e complessa, ma in realtà – seppur comporta effettivamente qualche difficoltà – non è di certo qualcosa di impossibile.
Cominciamo col vedere quali sono i principali elementi per la buona riuscita di una coltivazione indoor della cannabis:

  1.        GROW ROOM
    Prima di tutto bisogna individuare una stanza destinata alla coltivazione, ma può essere anche qualsiasi altro spazio chiuso, come un armadio, un angolo nel seminterrato o una grow box, a patto che esso sia completamente dedicato alla pianta in questione. Chiaramente la scelta del luogo dipenderà dal numero di piante che si ha intenzione di coltivare.
    Per cominciare, il consiglio è quello di non dedicarsi alla coltivazione di troppe piante, così da avere una più facile gestione e un minor carico di rischi, rappresentati da agenti esterni (come i parassiti) che almeno all’inizio, causa inesperienza, non sarà facile debellare.

  2.        LUCI PER LA COLTIVAZIONE
    La coltivazione della pianta di Cannabis prevede la presenza di lampade, che rappresentano forse il punto più importante per ottenere i migliori risultati. È per questa ragione che sottolineiamo che l’impianto di illuminazione non è un elemento su cui cercare di risparmiare.
    Oggi il mercato offre una grande varietà di lampade, ma ciò non sempre agevola la ricerca. Ecco le principali che troviamo sul mercato:
    - Le Lampade HID (High Intensity Discharge) a scarica ad alta intensità sono ampiamente usate per la loro efficienza. Le più comuni della categoria sono le MH (Metal Halide) agli ioduri metallici, usate soprattutto per la fase di crescita vegetativa. Ci sono poi le HPS (High Pressure Sodium) ad alta pressione di sodio, che emettono una luce più rossastra, ottima per la fioritura.
    - Le Luci a LED guadagnano sempre più popolarità, offrendo diversi vantaggi, rispetto alle concorrenti. Innanzitutto, oltre l’efficienza, ciò che fa preferire le luci a LED sono i consumi decisamente inferiori di elettricità rispetto alle lampade HID. Il fattore negativo è che forse costano molto di più. Diffidate da quelle a basso costo… Basso costo, bassa qualità!

  3.        SUBSTRATO COLTURALE
    Il metodo più tradizionale per coltivare la cannabis è quello in terra – la coltura in suolo – che offre importanti vantaggi soprattutto per i coltivatori meno esperti, grazie alla sua maggiore tolleranza verso gli errori più comuni, da principianti.
    Le miscele di terriccio che si trovano in commercio si differenziano per qualità e composizione. In linea di massima i terricci universali di buona qualità sono adatti alla cannabis, a patto che si evitino quelli concimati con “fertilizzanti a rilascio prolungato”.
    Nonostante quasi tutte le miscele di terriccio siano pre-concimate, i valori nutritivi quasi mai riescono ad accompagnare la pianta per tutto il tempo della sua crescita. Per questo motivo è preferibile cominciare ad aggiungere fertilizzanti con l’inizio della fioritura.


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  4.        VASI
    In commercio si trovano i vasi più diversi, da quelli in plastica a quelli in tessuto traspirante, “grow bags” e “smart pots”, fino a quelli con irrigazione automatizzata. Tuttavia, in questo caso, l’elemento più importante è la dimensione, che deve essere adeguata alla pianta. Si consiglia di cominciare con un vaso da 20 litri, che sia in grado di offrire un adeguato drenaggio (per questo ci sono dei fori sul fondo del vaso stesso).
    Per un uso ergonomico dello spazio, per le coltivazioni indoor, è consigliabile usare vasi di forma rettangolare, che risultano meno ingombranti.

  5.        FERTILIZZANTI
    Come dicevamo, ad un certo punto della crescita della pianta, pure se utilizzate una miscela di terriccio pre-concimata, ci sarà bisogno di concimare.
    In commercio si trovano fertilizzanti liquidi o in polvere, che vanno aggiunti, seguendo specifiche istruzioni, quando innaffiate la vostra pianta.
    È importante sapere che i fertilizzanti per la cannabis sono venduti a seconda della fase di vita della pianta: per la fase di crescita vegetativa, per la fase di fioritura e per stimolare lo sviluppo di infiorescenze più grandi. Questo perché la cannabis ha esigenze nutrizionali diverse a seconda dello stadio dello sviluppo.
    Attenzione a non imbattersi in errori di inesperienza: per evitare la sovraconcimazione è consigliabile iniziare con metà del dosaggio raccomandato.

  6.        IRRIGAZIONE
    L’innaffiamento non è da sottovalutare nella coltivazione di una pianta di cannabis! Invece di irrigare frequentemente con piccole quantità d’acqua, è consigliabile farlo meno frequentemente, ma con quantità corrette. L’acqua deve attraversare tutto il terreno, inumidendolo ed uscendo dai fori di drenaggio sul fondo del vaso. Prima di innaffiare nuovamente è necessario che il terreno si asciughi! La sovrabbondanza d’acqua è cosa negativissima
    per la coltura.

  7.        LIVELLO DI PH
    È fondamentale anche mantenere pH dell’acqua e delle soluzioni concimanti su livelli ottimali. Le sostanze nutritive, infatti, saranno assimilate solo se il pH è corretto.
    Per le coltivazioni in suolo, il pH dell’acqua deve essere tra 6,0 e 7,0. È consigliato misurare il pH con gli appositi strumenti e servirsi di prodotti “pH up” e “pH down” per stabilizzare i livelli.

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  8.        ARIA
    La pianta di cannabis ha bisogno di aria per crescere correttamente. Nella fase iniziale può essere sufficiente servirsi di un ventilatore, per generare una brezza d’aria che tenga sotto controllo la temperatura e tenga lontano muffe e insetti. Inoltre una costante e lieve brezza stimola la crescita di rami e fusti più robusti.

  9.        TEMPERATURA
    La temperatura ottima diurna è compresa tra i 18-26°C, mentre quella notturna è compresa tra i 20-24°C. I termometri a parete possono aiutare nel monitoraggio della temperatura, mentre dispositivi come riscaldatori e condizionatori d’aria, sono utili per la regolazione.


  10.    UMIDITA’
    L’umidità è un altro parametro molto importante nella crescita di una pianta di cannabis. La quantità di vapore acqueo presente nell’aria può essere regolata grazie all’uso di umidificatori e deumidificatori, e misurata con un igrometro.
    Durante la fase vegetativa, la pianta preferisce un alto tasso di umidità nell’aria, mentre nella fase di fioritura preferisce un tasso più basso, con livelli ottimali prossimi al 40%. La minore presenza di umidità allontana anche i rischi di dover affrontare le muffe.